di Beatrice Sarzi Amade
Questa è una storia edificante, che illustra sorprendentemente come operano rispettivamente Africa, Cina e Occidente. E perché alla fine, è la Cina che vince. Nel 2010 una società di investimenti cinese ZFII&Co Ltd, affiliata alla città portuale di Zhongshan (nella conurbazione del fiume Pearl, che combina Canton, Hong Kong, Shenzhen e Macao) acquisisce il diritto di sviluppare una zona di libero scambio portuale in Nigeria. Tuttavia, nel 2016, la Nigeria espelle i cinesi dal progetto senza previo accordo.
Da allora, i cinesi hanno presentato procedimenti legali, rispettando le clausole del trattato bilaterale sugli investimenti approvato tra Cina e Nigeria. 7
Per sapere dell’arbitraggio in Gran Bretagna. Chi non ha voluto tenere conto dell’immunità di governo che la Nigeria ha invocato e ammette all’azienda cinese un danno di 70 milioni di euro. Decisione attuata da un giudice americano che si pronuncia sul sequestro di proprietà del governo nigeriano su richiesta della Cina. Nella fretta, la magistratura francese ha appena sequestrato, in Francia e in Svizzera, tre velivoli appartenenti al governo nigeriano, in manutenzione. I tre aerei hanno un valore combinato di 100 milioni di dollari.
Alla fine, mentre sono le pratiche cinesi in Africa ad essere in fascicolo, insieme a qualche sviluppo africano nella conduzione degli affari, sono gli occidentali, mirati alle loro procedure legalistiche (e perfettamente legittime e democratiche) che si incastrano tra il martello e l’ascia. Agli occhi dei giovani africani, sono gli occidentali che saranno responsabili del sequestro dei beni del governo nigeriano e i cinesi a ridere.
Questo ricorda l’atteggiamento della Cina nei confronti dell’ONU, che blocca sistematicamente – contemporaneamente alla Russia – tutti i tentativi di riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, diventato profondamente ingiusto, obsoleto e inefficace. La Russia perchè pensa che membri più permanenti possano portare a uno scivolo verso il processo decisionale a maggioranza piuttosto che all’unanimità, perdendo il suo potere di blocco. E la Cina perché teme specificamente che il Giappone o soprattutto l’India ottengano lo status di membro permanente.
Pertanto, la Cina non esita mai a esercitare pressioni sui governi e persino direttamente sugli ambasciatori dei paesi africani che sarebbero tentati di radunare le proposte di riforma del Consiglio di Sicurezza. E quando da qualche parte si tiene un incontro sull’argomento, i corridoi si riempiono miracolosamente di diplomatici cinesi. Questo è solo un esempio, ma è lo stesso su tutti i temi che riguardano la Cina. Gli occidentali stanno cercando di educare i governanti africani sulle questioni dei diritti umani e della corruzione e la Cina sta solo cercando di farlo. Tuttavia, quando sono in gioco i suoi interessi geopolitici o commerciali, lei sa benissimo di ricordare chi paga gli ordini per i suoi nuovi vassalli africani.
