A Gaza si annienta l'infanzia anche cancellando ogni luogo d'istruzione
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A Gaza si annienta l'infanzia anche cancellando ogni luogo d'istruzione

Annientare l’infanzia vuol dire anche distruggere ogni possibilità d’istruzione. Dal profilo X dell’Ufficio Unicef regionale Mena (Medio Oriente e Nord Africa)

A Gaza si annienta l'infanzia anche cancellando ogni luogo d'istruzione
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

10 Settembre 2024 - 17.58


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Annientare l’infanzia vuol dire anche distruggere ogni possibilità d’istruzione. Dal profilo X dell’Ufficio Unicef regionale Mena (Medio Oriente e Nord Africa). Nella Striscia di Gaza 9.211 studenti e 397 insegnanti sono stati uccisi, 14.237 studenti e 2.246 insegnanti sono stati feriti. 577 scuole sono state danneggiate o distrutte. Scuole che servivano 525.186 studenti e in cui insegnavano 19.573 insegnanti. 1,9 milioni di persone sono state sfollate, molte adesso sono rifugiate in scuole. Il 53,5% degli edifici scolastici che sono stati utilizzati dalle persone sfollate come rifugi sono stati direttamente colpiti”. 

La denuncia dell’Unicef

“Il nuovo anno scolastico doveva iniziare questa settimana in tutto lo Stato di Palestina, ma non è ancora ripreso nella Striscia di Gaza, dove l’intenso conflitto continua a fare vittime tra gli studenti, gli insegnanti e le scuole di Gaza. Dobbiamo trovare il modo di riavviare l’apprendimento e ricostruire le scuole per sostenere il diritto all’istruzione delle prossime generazioni. Soprattutto, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco duraturo.

Molti bambini si preparano al primo anno e al primo giorno di scuola in diversi Paesi del Medio Oriente. Tuttavia, circa 45.000 bambini di sei anni nella Striscia di Gaza sono privati di questo diritto. La maggior parte di loro è stata sfollata dalle proprie case e sta affrontando una battaglia quotidiana per la sopravvivenza.

Il nuovo anno scolastico doveva iniziare oggi in tutto lo Stato di Palestina, ma non è ancora ripreso nella Striscia di Gaza. L’intenso conflitto continua ad avere un drammatico impatto sugli studenti, gli insegnanti e le scuole di Gaza. I bambini della prima elementare si aggiungono ai 625.000 che hanno già perso un intero anno scolastico. Con il conflitto ancora in corso, essi rischiano di vivere un secondo anno senza istruzione.

“I bambini della Striscia di Gaza hanno perso le loro case, i loro familiari, i loro amici, la loro sicurezza e la loro routine, ha dichiarato il Direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, Adele Khodr. ‘Hanno anche perso il rifugio e gli stimoli offerti dalla scuola, mettendo a rischio il loro brillante futuro che rischia di essere offuscato da questo terribile conflitto’.

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Dall’ottobre 2023, tutte le scuole della Striscia di Gaza sono state chiuse. 39.000 studenti hanno perso l’ultimo anno di scuola e non hanno potuto sostenere gli esami Tawjihi. È la prima volta da decenni che una classe di diplomati nella Striscia si trova ad affrontare una situazione del genere.

Per i ragazzi più grandi, l’interruzione dell’istruzione ha creato incertezza e ansia. Senza la scuola, i giovani sono a maggior rischio di sfruttamento, lavoro minorile, matrimonio precoce e altre forme di abuso, e soprattutto rischiano di abbandonare definitivamente la scuola.

Per i bambini più piccoli, l’assenza di scolarizzazione minaccia il loro sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. I genitori riferiscono di impatti significativi sulla salute mentale e psicosociale dei bambini, tra cui sentimenti di maggiore frustrazione e isolamento.

Anche i bambini della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono colpiti dall’inizio dell’anno scolastico. L’aumento della violenza e le restrizioni alla circolazione dall’ottobre 2023 hanno creato nuovi ostacoli all’apprendimento per i 782.000 studenti della zona. I dati del Ministero dell’Istruzione e del Cluster Istruzione indicano che, in qualsiasi giorno dall’ottobre 2023, tra l’8 e il 20% delle scuole in Cisgiordania sono state chiuse. Anche quando le scuole non sono chiuse, la paura della violenza, le restrizioni agli spostamenti e le preoccupazioni per la salute mentale hanno portato molti studenti a saltare la scuola, causando ulteriori perdite di apprendimento.

Sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, gli attacchi alle scuole e all’istruzione sono aumentati nelle ultime settimane. Nella Striscia di Gaza, almeno l’84% delle scuole necessita di una ricostruzione completa o di una riabilitazione significativa prima di poter riprendere le lezioni. In Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ci sono stati 69 attacchi alle scuole e 2.354 incidenti che hanno colpito scuole, studenti e insegnanti all’interno o nei pressi delle scuole, secondo il Ministero dell’Istruzione palestinese.

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Nonostante questi bisogni critici e pressanti, l’istruzione continua a essere uno dei settori meno finanziati negli appelli umanitari. Nello Stato della Palestina, la programmazione dell’Unicef nel settore dell’istruzione ha un deficit di fondi dell’88%.

Per far fronte a questa situazione, l’Unicef e i suoi partner hanno creato 39 spazi di apprendimento temporaneo nella Striscia di Gaza che ospitano oltre 12.400 studenti. Inoltre, vengono offerte attività ricreative, kit didattici d’emergenza e supporto psico-sociale (Mhpss) a bambini, giovani, assistenti e insegnanti nei rifugi.

“Dobbiamo trovare il modo di riavviare l’apprendimento e ricostruire le scuole per sostenere il diritto all’istruzione delle prossime generazioni nello Stato di Palestina”, ha continuato Khodr, ‘I bambini hanno bisogno di stabilità per affrontare il trauma che hanno vissuto e dell’opportunità di svilupparsi e raggiungere il loro pieno potenziale’.

“Tutte le barriere che ci impediscono di svolgere il nostro importante lavoro devono essere rimosse. Dobbiamo essere urgentemente in grado di portare a Gaza forniture educative e ricreative su larga scala, avere spazi sicuri per gestire i centri di apprendimento e avere garanzie che studenti e insegnanti possano accedere, vivere o imparare in sicurezza negli edifici scolastici. Soprattutto, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di una de-escalation in Cisgiordania, in modo che tutti i bambini possano tornare in classe e le scuole danneggiate possano essere ricostruite”.

Nella Giornata internazionale per la protezione dell’istruzione dagli attacchi indetta dall’Onu, celebrata il 9 settembre, il presidente di Croce Rossa italiana Rosario Valastro ha ricordato che «soltanto nei primi sei mesi di conflitto a Gaza sono morti 26mila tra bambine e bambini e tanti altri, purtroppo, continuano ancora oggi a perdere la vita nel conflitto iniziato il 7 ottobre dello scorso anno e in numerosi altri nel mondo. Tra i diritti minati – ha aggiunto – c’è quello all’istruzione, che non è solo un diritto umano fondamentale ma rappresenta per loro la base culturale e sociale per il rispetto di tutti gli altri diritti».

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Nell’analisi di Valastro, «troppi bambini, proprio a causa delle guerre, vedono interrotto quel processo di socialità e di apprendimento tanto importante per la loro crescita. Si aggiunga a tutto ciò che anche le scuole durante le guerre sono spesso dei bersagli». L’istruzione invece è «un elemento di empowerment sociale, dà la possibilità ai bambini di vivere la propria giovinezza e di creare speranza per il futuro. Una speranza che per molti, purtroppo, è interrotta. Le violazioni subìte nel corso dei conflitti – sono ancora le parole del presidente Cri – devono ricordarci che possiamo e dobbiamo fare molto di più per ciascuno di loro, affinché la dignità di essere bambini, affinché il diritto di vivere la propria infanzia ricevendo un’istruzione, siano rispettati e protetti. Le scuole e, più in generale, gli edifici dedicati all’istruzione, non sono un bersaglio!», l’ammonimento.

La scuola del sorriso è stata distrutta

Da  www.varesenoi.it: “La brutalità e l’orrore della guerra in Terra Santa hanno toccato anche la scuola del Claun il Pimpa, che il varesino Marco Rodari ha costruito nella Striscia di Gaza per dare un luogo e soprattutto una speranza ai bambini.

L’edificio è stato bombardato ed è stato fortemente danneggiato. Rodari sui social esprime tutta la sua tristezza ma anche la volontà di andare avanti, per continuare a stare dalla parte dei più piccoli, che è da sempre la sua missione di vita.

Ecco il post pubblicato dal Claun il Pimpa:

Non esistono davvero parole, e ti rimane dentro un senso di non senso. La nostra Meraviglia di scuola in quel di Gaza è stata colpita. Ma nel dedicarci ai Bimbi, alla loro Meraviglia, alla loro straordinaria capacità di respirare futuro, andremo avanti. Come e sempre… per far Sorridere il Cielo.

Il Pimpa 

Ps La scuola, essendo in una zona di confine, al momento dell’impatto era disabitata”.

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