Appello ai potenti del mondo: fermate le guerre
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Appello ai potenti del mondo: fermate le guerre

L’essere umano dovrebbe per natura cercare la pace, dovrebbe nutrire in sé principi di solidarietà e di umanità. Ed invece l’odio alimenta l’odio, la vendetta cresce, la violenza si centuplica senza motivo

Appello ai potenti del mondo: fermate le guerre
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Tiziana Buccico Modifica articolo

28 Settembre 2024 - 23.01


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Io che posso mirar le stelle e guardare il cielo senza temere, io che dormo senza l’incubo delle sirene, io che non devo scappare lasciando tutto, io oggi sono ancora più impotente, e voi potenti della terra cosa fate, dormite sereni e vivete in pace con voi stessi? Il mio è un appello all’umanità, ai valori che uniscono i popoli nel mondo, quei valori che oggi sono cancellati, dimenticati e depredati dalla guerra, dalle migliaia di morti civili ed innocenti che stanno insanguinando il Medioriente. Avere a cuore la pace e la convivenza sembra all’improvviso diventato impossibile, una chimera irraggiungibile in un mondo fatto di odio, di vendetta e di bieca rappresaglia. Si ritorna a parlare di contrapposizione tra Occidente e Oriente, tra religioni, ed etnie, cosa è accaduto a questo mondo per precipitare così in basso, per dimenticare guerre, stermini, genocidi, massacri, dittature, totalitarismi? 

Come si può rimanere spettatori di quello che accade senza sentirsi parte di questa terrificante e mostruosa situazione. L’essere umano dovrebbe per natura cercare la pace, dovrebbe nutrire in sé principi di solidarietà e di umanità. Ed invece l’odio alimenta l’odio, la vendetta cresce, la violenza si centuplica senza motivo. Ci stiamo abituando alla morte, ma questo non può essere degli esseri umani, la morte è la negazione della nostra vita, ed è la nostra più grande paura.

Ma oggi la paura e la disperazione sono negli occhi non solo delle vittime ma anche di chi ogni giorno, ogni ora teme per la propria vita e quella dei propri cari, quella paura strisciante che ti fa morire dentro, anche se sopravvivi. La rabbia di essere nato nel posto sbagliato, di essere parte di un ingranaggio letale da cui non si può scappare e che ad un certo punto ti costringe a lottare e magari ad impugnare un’arma perché la vita va difesa. 

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Quello che spaventa è il crescendo di azioni più simili ad una barbarie che ad una guerra, un gioco mortale senza via di uscita. Non si può rimanere indifferenti alle urla strazianti ed allo stesso tempo al silenzio assordante che avvolgono questo momento storico. Occorre che la politica e le istituzioni non siano complici di ciò che sta accadendo! Non un solo morto vorrei avere sulla coscienza, vorrei che ogni singolo Stato presente alle Nazioni Unite, si sentisse responsabile di ciò che accade, perché lo siamo! Cosa ci aspettiamo da ciò che accade, dove è la diplomazia? Se mai finissero i bombardamenti, i razzi, gli attacchi militari e terroristici, la guerra intestina non finirà, si sta solo creando il terreno fertile per altre tragedie piccole o grandi che saranno generate dalla memoria del dolore, dai lutti, dalle perdite, dalle cicatrici, da quell’odio che infiamma gli animi. La terra delle tre gradi religioni monoteistiche è la terra che da sempre brucia. 

Ma noi troppo occupati dalle nostre vite, distanti da quei luoghi, giriamo lo sguardo. Non possiamo farlo più, per noi, per i nostri figli, per la nostra storia, per non essere dannati e complici in eterno. Uniamoci per dare vita ad una potente azione che conduca alla tregua, alla pace, che riporti la diplomazia a lavorare alacremente giorno e notte per far prevalere l’umanità. 

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Un noto e apprezzato ex diplomatico mi ha detto, tempo fa, che i morti non sempre si contano, spesso si pesano, oggi capisco il senso delle sue parole. 

Lasciamo fuori dalle nostre apparenti vite tranquille l’indifferenza e diventiamo uno strumento per cambiare le cose. Voi politici, diplomatici, intellettuali, voi che potete alzare la voce e avete le “armi pacifiche” per cercare di cambiare le cose, fermatevi per un momento e date un senso più alto e più profondo al vostro mandato, ai vostri scritti, ai vostri discorsi. Le pagine di storia racconteranno che il mondo è stato a guardare, che l’inerzia e l’indifferenza, la pavidità hanno prevalso, ci saranno i vostri nomi, non il mio. Sarete e saremo tutti colpevoli di omissione di soccorso, di codardia e di incapacità politica e diplomatica, sarete una delle pagine più nere della storia. Svegliatevi dal torpore, il coraggio di pochi può salvare tantissimi e può dare un senso a questo mondo impazzito. Ora, subito, senza tentennare chiedete una tregua immediata, lasciate le vostre stanze dei bottoni, i vostri studi, le vostre biblioteche e costringete chi di dovere a sedersi ad un tavolo e come mi hanno insegnato in politica, non vi alzate sino a che il risultato non è ottenuto, non lasciate la trattativa sino a che a prevalere non sia la pace. 

Non lasciate le aule per protesta rimanete e cambiate la storia! Rimanete a costruire il dialogo, non vi arrendete di fronte ai no e alle assenze, siate uomini e donne con una coscienza, siate essere umani. Forse potreste, ancora, essere ricordati per non essere stati complici ed incapaci, ma per essere stati la chiave di volta di una pace epocale. In questo momento storico siete di fronte a decisioni importanti, tutti vi vedono e vi giudicano, se avete accettato di essere nelle stanze del potere assumetevi la responsabilità, non delegate al destino cieco e baro, ma con convinzione e coraggio dimostrate che siete all’altezza di fermare le armi, di battere un pugno sul tavolo. Il vostro potere e la vostra popolarità non possono essere solo consenso e like. Da parte di chi come me crede nell’impegno civile, nella condivisione, nella partecipazione ci sarà sostegno, gratitudine, collaborazione. Avete un’ occasione unica!

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There are those who have turned the word ” peace” into a derogatory term, and there are those who consider ‘peace supporters’ as delusional people, naive, unpatriotic. To all of them, I say today in a loud voice: Those who have given up on peace are the delusional ones! Those who gave up and stopped looking for peace – they are the naive ones, the ones who are not patriots

C’è chi ha trasformato la parola “pace” in un termine dispregiativo, e c’è chi considera i “sostenitori della pace” degli illusi, degli ingenui, dei non patrioti. A tutti costoro, oggi dico a gran voce: coloro che hanno rinunciato alla pace sono gli illusi! Coloro che si sono arresi e hanno smesso di cercare la pace sono gli ingenui, quelli che non sono patrioti.

Shimon Peres, during the rally to commemorate Yitzhak Rabin in 2014.

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