Sei ufficiali della Corea del Nord uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dai russi
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 Sei ufficiali della Corea del Nord uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dai russi

 Sei ufficiali della Corea del Nord sono stati uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dai russi. A riferirlo sono state fonti dell'intelligence militare di Kiev a Interfax-Ucraina.

 Sei ufficiali della Corea del Nord uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dai russi
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5 Ottobre 2024 - 22.14


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 Sei ufficiali della Corea del Nord sono stati uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dai russi. A riferirlo sono state fonti dell’intelligence militare di Kiev a Interfax-Ucraina. Una notizia che rappresenta l’ennesima conferma di una collaborazione molto forte, non solo al livello logistico ma anche sul campo di battaglia, tra la Russia di Putin e il regime di Pyongyang. Mentre il Financial Times evoca l’ipotesi di un ingresso di Kiev nella Nato se l’Ucraina cedesse territori a Mosca.

Secondo Interfax-Ucraina, nel raid in Donetsk avvenuto il 3 ottobre scorso, altri tre militari nordcoreani sono rimasti feriti. Il Gur, il servizio di intelligence militare ucraino, aveva già riferito in precedenza dell’arrivo tra le file russe di un piccolo contingente di personale militare nordcoreano, in particolare un’unità di ingegneria, sottolineando «la cooperazione attiva tra Russia e Corea del Nord» nella guerra all’Ucraina. L’Ukrainska Pravda conferma che già a giugno era trapelata la notizia che Kim Jong-un aveva inviato forze del genio militare per partecipare ai «lavori di ricostruzione» nell’oblast del Donetsk occupato. Ma il Pentagono all’epoca era già convinto che le truppe nordcoreane in Ucraina sarebbero diventate carne da cannone. Mentre l’intelligence occidentale avrebbe stimato che circa la metà dei circa tre milioni di proiettili di artiglieria utilizzati dalla Russia all’anno provengono dalla Corea del Nord.

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Sempre sul fronte militare e sempre nel Donetsk, fonti dell’aeronautica ucraina hanno diffuso la notizia che un aereo russo che stava lanciando bombe aeree guidate (Gab) sul territorio controllato dall’Ucraina sarebbe stato abbattuto per errore dalle stesse truppe russe.

Intanto, sul versante diplomatico, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che parteciperà al vertice internazionale sulla difesa dell’Ucraina che si terrà il 12 ottobre a Ramstein, in Germania, al quale prenderanno parte tra gli altri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la premier Giorgia Meloni. In quell’occasione Zelensky ha fatto sapere che presenterà «misure chiare e concrete per una giusta fine alla guerra».

Una possibile soluzione negoziata del conflitto è anche il tema al centro di un pezzo del Financial Times. Secondo il quotidiano della City, la stessa Ucraina e i suoi alleati starebbero valutando un possibile compromesso che prevede l’ingresso di Kiev nella Nato in cambio di una soluzione diplomatica sui territori occupati dalla Russia. L’Ft scrive che i diplomatici europei ritengono che ci dovrebbero essere significative garanzie di sicurezza in un’eventuale soluzione negoziata in cui la Russia abbia il controllo «de facto ma non de jure» dei territori ucraini attualmente occupati. L’ipotesi di cedere territori e guadagnare l’accesso all’Alleanza «potrebbe essere l’unica possibilità» ma, ha osservato un diplomatico occidentale, per Kiev questo è un tabù, almeno in pubblico. Per questo al centro del confronto ci sono la natura e i tempi delle garanzie di sicurezza di cui Kiev avrebbe bisogno per sostenere un accordo in questo senso. Un’intesa non è facile neanche fra gli alleati, con gli Stati Uniti fermi sulle dichiarazioni ufficiali di un «futuro ingresso nella Nato» nel timore che offrire garanzie di difesa collettiva sulla base dell’articolo 5 prima che la guerra sia finita rischi di trascinare gli Stati Uniti in un conflitto diretto con Mosca.

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