In Russia la crisi economica ha messo in ginocchio i centri commerciali: 200 rischiano di chiudere
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In Russia la crisi economica ha messo in ginocchio i centri commerciali: 200 rischiano di chiudere

Nella Federazione, più di 200 centri commerciali presto potrebbero andare incontro al fallimento a causa di un accresciuto onere del credito dopo l’aumento del tasso di riferimento della Banca Centrale.

In Russia la crisi economica ha messo in ginocchio i centri commerciali: 200 rischiano di chiudere
Putin e Maxim Reshetnikov, capo del Ministero dell'Economia
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2 Novembre 2024 - 19.31


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Uova e burro mai così cari e impennata degli affitti, soprattutto a Mosca e San Pietroburgo. All’inizio di un nuovo inverno di guerra, i russi si ritrovano costretti a fare i conti con un’inflazione record e una capacità di spesa decisamente più bassa.

I segnali d’allarme per l’economia di Mosca negli ultimi giorni registrano un nuovo preoccupante segnale: nella Federazione, più di 200 centri commerciali presto potrebbero andare incontro al fallimento a causa di un accresciuto onere del credito dopo l’aumento del tasso di riferimento della Banca Centrale.

A scriverne è l’autorevole Kommersant, con riferimenti all’analisi di esperti e a una lettera dell’Unione dei Centri Commerciali (STC) inviata al capo del Ministero dell’Economia Maxim Reshetnikov.

I centri commerciali, cresciuti a dismisura, ora sono costretti a chiedere agevolazioni nei prestiti, pena la chiusura. In particolare, chiedono di sovvenzionare il tasso sui prestiti garantiti fino al 7-10%, nonché di rinegoziare i prestiti esistenti con un differimento del rimborso del capitale da cinque a dieci anni.

La CST propone inoltre di introdurre una moratoria sulla revisione delle condizioni dei prestiti conclusi a tasso variabile.

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Secondo l’organizzazione che raccoglie i centri commerciali, la pressione sul settore è aumentata dopo l’aumento del tasso di riferimento della Banca Centrale al 21%. Molti centri commerciali hanno avuto problemi a mantenere la stabilità finanziaria.

La metà dei centri commerciali russi è gravata da prestiti, compresi quelli a tasso variabile, il che crea il rischio di fallimenti di massa.

Per queste ragioni, Marina Malakhatko, Senior Director della società di consulenza CORE.XP, ritiene che nel 2025 almeno 200 centri commerciali saranno a rischio fallimento. Secondo questa analisi, molti proprietari, rendendosi conto della minaccia di default, stanno già cercando di vendere i loro beni.

Peraltro, Dmitry Sergienko, Senior Director for Corporate Ratings di Expert RA, ha già anticipato che ritiene improbabile che lo Stato fornisca assistenza finanziaria ai centri commerciali, che non appartengono a settori che lo Stato punta a salvare, ha detto Alexei Vanchugov, managing partner di Vanchugov and Partners.

Alla fine del 2023, in Russia l’area totale dei centri commerciali ha raggiunto i 54,4 milioni di metri quadrati. Si tratta di circa duemila strutture con una superficie di oltre cinquemila metri quadrati ciascuno.

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Alla fine di ottobre, la Banca di Russia ha annunciato un aumento del tasso di riferimento al 21%, un valore record nella storia russa. Dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala delle truppe russe in Ucraina, la Banca Centrale aveva aumentato il tasso al 20%, all’epoca un livello record. Tuttavia, già nell’aprile 2022, il tasso è stato ridotto al 17%, e a settembre è sceso al 7,5% ed è rimasto a questo livello fino a luglio 2023. Successivamente, la Banca Centrale ha iniziato ad aumentare il tasso di riferimento. E si è creata questa situazione.

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