Unicef denuncia attacchi di Israele contro un suo veicolo e la clinica per la vaccinazione antipolio a Gaza
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Unicef denuncia attacchi di Israele contro un suo veicolo e la clinica per la vaccinazione antipolio a Gaza

L'intera popolazione palestinese a nord di Gaza, soprattutto i bambini, è a rischio imminente di morte per malattie, carestia e per i bombardamenti in corso.

Unicef denuncia attacchi di Israele contro un suo veicolo e la clinica per la vaccinazione antipolio a Gaza
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3 Novembre 2024 - 10.50


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Criminali di guerra senza ritegno ormai sparano – e non è la prima volta – anche contro le Nazioni Unite e le sue agenzie.

“Questo è stato un fine settimana di morte per gli attacchi nel nord di Gaza. Solo nelle ultime 48 ore, secondo le notizie, oltre 50 bambini sono stati uccisi a Jabalia, dove gli attacchi hanno raso al suolo due edifici residenziali che ospitavano centinaia di persone”. Così l’Unicef in una nota.

“Ieri mattina,- prosegue – il veicolo personale di un membro dello staff dell’Unicef impegnato nella campagna di vaccinazione contro la polio è stato colpito da quello che riteniamo essere un quadricottero (drone) mentre attraversava Jabalia – Elnazla. L’auto è stata danneggiata. Fortunatamente, il membro dello staff non è rimasto ferito. Ma è rimasta profondamente scossa. Nel frattempo, secondo le notizie, almeno tre bambini sono stati feriti da un altro attacco in prossimità di una clinica di vaccinazione a Sheikh Radwan, mentre era in corso una campagna di vaccinazione antipolio. Gli attacchi a Jabalia, alla clinica di vaccinazione e al membro dello staff dell’Unicef– continua la nota – sono ulteriori esempi delle gravi conseguenze degli attacchi indiscriminati contro i civili nella Striscia di Gaza.

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 Insieme al terribile numero di bambini morti a nord di Gaza a causa di altri attacchi, – continua la nota Unicef – questi ultimi eventi si combinano per scrivere un altro capitolo oscuro in uno dei periodi più bui di questa terribile guerra”. 

I civili e le strutture civili, compresi gli edifici residenziali, così come gli operatori umanitari e i loro veicoli, devono sempre essere protetti in conformità con il diritto internazionale umanitario. Gli ordini di sfollamento o di evacuazione non consentono alle parti in conflitto di considerare tutti gli individui o gli oggetti presenti in un’area come obiettivi militari, né le esentano dall’obbligo di distinguere tra obiettivi militari e civili, di essere proporzionali e di prendere tutte le precauzioni possibili negli attacchi. Eppure – conclude -questi principi sono stati violati più e più volte, lasciando decine di migliaia di bambini uccisi, feriti e privati dei servizi essenziali per la sopravvivenza. Gli attacchi ai civili, compresi gli operatori umanitari, e a ciò che resta delle strutture e delle infrastrutture civili di Gaza devono cessare. L’intera popolazione palestinese a nord di Gaza, soprattutto i bambini, è a rischio imminente di morte per malattie, carestia e per i bombardamenti in corso.

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