Il certificato di morte del russo Dmitry Shletgauer, che gli attivisti bielorussi per i diritti umani hanno sempre considerato un prigioniero politico, dice che l’uomo è morto per “asfissia meccanica” (soffocamento). A denunciarlo è la pubblicazione “Zerkalo”, informata da un conoscente della famiglia Shletgauer.
I fatti ricordano che in Bielorussia morti come quella di Dmitry si ripetono troppo spesso. Lo scorso 1 novembre, l’organizzazione per i diritti umani “Viasna” ha dato notizia che il cittadino russo Dmitry Shletgauer, condannato a 12 anni di carcere, è morto nella colonia Mahiliou n. 15. Secondo le prime informazioni degli attivisti per i diritti umani, Shletgauer Dmitry è morto l’11 ottobre.
Un tribunale della Bielorussia, la scorsa estate, aveva giudicato il russo colpevole di favoreggiamento di attività estremiste e di spionaggio.
Nelle colonie penali bielorusse, “l’asfissia meccanica” è spesso la formula indicata per archiviare il caso come suicidio.
“L’amministrazione della colonia non ha detto ai parenti di Dmitry cosa gli è successo esattamente. La famiglia crede che Dmitry non avesse intenzione di uccidersi. Secondo i suoi parenti, era sconvolto per quello che gli era successo, ma non abbastanza da essere pronto a morire volontariamente. Anche nel centro di detenzione preventiva, ha iniziato a prepararsi diligentemente per il trasferimento nella colonia: ha raccolto sigarette, zucchero, tè e caffè, le cose che gli sarebbero state utili nel campo”, ha detto un conoscente della famiglia Shletgauer.
L’interlocutore della pubblicazione ha detto che Shletgauer era molto preoccupato per il figlio, molto nervoso, e per lo stress aveva perduto i capelli, aveva iniziato a soffrire di vene varicose, ma non aveva certo intenzione di suicidarsi.
Dmitry Shletgauer era originario di Slavgorod, nel territorio dell’Altai. Nel 2018 aveva ottenuto un permesso di soggiorno in Bielorussia e aveva lavorato a Kamenka in un’impresa per la produzione di prodotti e imballaggi in polimero.
Il processo a Shletgauer si è svolto a porte chiuse, top secret sull’incartamento, sulle accuse, sconosciute le presunte prove che hanno determinato la condanna. Shletgauer è il settimo prigioniero politico a morire in Bielorussia, ricordano gli attivisti per i diritti umani di Viasna.