L'esercito israeliano si prepara a rimanere a Gaza per tutto il 2025
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L'esercito israeliano si prepara a rimanere a Gaza per tutto il 2025

L'esercito israeliano sta ampliando le strade, costruendo avamposti e installando infrastrutture necessarie a lungo termine nella Striscia di Gaza, suggerendo che "le Forze di difesa israeliane (Idf) si preparano a rimanere almeno fino alla fine del 2025-

L'esercito israeliano si prepara a rimanere a Gaza per tutto il 2025
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13 Novembre 2024 - 18.38


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Secondo il quotidiano Haaretz, l’esercito israeliano sta ampliando le strade, costruendo avamposti e installando infrastrutture necessarie a lungo termine nella Striscia di Gaza, suggerendo che “le Forze di difesa israeliane (Idf) si preparano a rimanere almeno fino alla fine del 2025”.

Un ufficiale in servizio nella zona ha inoltre dichiarato al giornale che “l’Idf non si ritirerà prima del 2026”.

“I lavori stanno procedendo a ritmo sostenuto,” scrive Haaretz, “quello che qualche mese fa era un terrapieno con le macerie degli edifici distrutti ora è un cantiere molto attivo. Si stanno costruendo ampie strade, si stanno installando antenne cellulari, si stanno realizzando reti idriche, fognarie ed elettriche e, naturalmente, ci sono gli edifici, alcuni mobili e altri meno.”

Non si tratta di un nuovo progetto di edilizia popolare, bensì di un tipo di iniziativa completamente diverso. Scene simili, ad esempio presso il corridoio di Netzarim, si possono osservare anche in altre aree della Striscia di Gaza. Il ritmo dello sviluppo è molto intenso e l’obiettivo, esplicito o meno, sembra evidente: costruire l’infrastruttura necessaria a una prolungata presenza militare sul territorio, almeno in questa fase iniziale.

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“Da come appare sul campo, l’Idf non lascerà Gaza prima del 2026,” ha dichiarato ad Haaretz un ufficiale di una delle brigate attive sul territorio.

“Quando vedi le strade asfaltate qui, è chiaro che non sono destinate alle manovre di terra o alle incursioni delle truppe,” ha spiegato. “Queste strade conducono, tra gli altri luoghi, ai siti da cui sono stati rimossi alcuni degli insediamenti (nel 2005, ndr). Non so se ci sia qualche intenzione di ricostruirli, non è qualcosa che ci viene detto esplicitamente. Ma tutti capiscono dove stiamo andando.”

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