«Troppo comodo per Netanyahu respingere il mandato di arresto accusando il tribunale dell’Aia di antisemitismo. Quel giudice non si è svegliato pensando `odio gli ebrei e voglio arrestare il loro premier´».
Così in una intervista lo scrittore israeliano Assaf Gavron.
«Appartengo alla maggioranza di israeliani che non vogliono più Netanyahu come primo ministro – aggiunge – Credo che faccia soltanto dei danni, non solo ai palestinesi, ma anche al nostro Paese. Ed è colpa sua se noi israeliani oggi veniamo visti in gran parte del mondo come una forza crudele. Per me, dunque, qualsiasi sviluppo che limita Netanyahu è positivo. Se un tribunale internazionale vuole arrestarlo, faccia pure».
«Si è paragonato a Dreyfus. Ebbene, non mi dispiacerebbe se, come Dreyfus, per un po’ venisse rinchiuso da qualche parte. Non sono un esperto della definizione giuridica di genocidio. Da quello che vedo in televisione e sui giornali, certamente a Gaza l’esercito israeliano si è comportato in modo estremamente aggressivo ed è possibile che abbia commesso crimini di guerra. I dettagli di chi ha dato gli ordini, e quali ordini specifici sono stati dati, non li conosciamo: i procedimenti internazionali servono a scoprire anche questo. Tendo a non credere che si tratti di genocidio, perché genocidio significa il deliberato tentativo di fare scomparire un intero popolo. La guerra è una tragedia immane per i libanesi e per i palestinesi, ma anche per gli israeliani. In passato ero più ottimista che la guerra sarebbe finita presto. Ora temo che potrebbe durare fino a quando Netanyahu resterà a capo del governo, cioè fino alle prossime elezioni. Ma in due anni possono succedere ancora molte cose terribili». (
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