Israele-Palestina, il coraggio della non violenza
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Israele-Palestina, il coraggio della non violenza

Tra militarismo e rassegnazione, c’è una “terza via” da praticare: la via della non violenza, della disobbedienza civile.

Israele-Palestina, il coraggio della non violenza
Manifestazione per la pace in Palestina
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15 Dicembre 2024 - 17.40


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Tra militarismo e rassegnazione, c’è una “terza via” da praticare: la via della non violenza, della disobbedienza civile. La via che spesso apre le porte del carcere, anche per lungo tempo e in condizioni disumane, a quanti scelgono di obiettare, di non farsi strumento di morte.

Va dato merito a Mao Valpiana, icona vivente dell’azione non violenta, anima del Movimento Nonviolento, dell’impegno costante, che perdura da anni, nel far conoscere in Italia realtà, organizzazioni, sperienze che la stampa mainstream, anch’essa “militarizzata”, volutamente ignora. Soprattutto quando queste esperienze si sviluppano in aree di guerra, come l’Ucraina e la Palestina. 

Comunica il Movimento Nonviolento: “Oggi 15 dicembre, Giornata nazionale dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, rendiamo pubblica la Dichiarazione congiunta di obiezione di coscienza alla guerra di tre movimenti che lavorano insieme in Israele, Palestina e Italia. Con questo documento (non

il solito appello, ma un’assunzione di responsabilità), che presentiamo nelle lingue dei tre movimenti, ci impegniamo a sostenere azioni concrete nei prossimi mesi in Italia, in Israele e Palestina, chiedendo il sostegno (morale, economico, operativo) di tutti coloro che vogliono favorire un processo di pace.

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Il testo, che segue, è uno dei frutti del lavoro di solidarietà internazionale con i gruppi misti che il Tour in Italia, sostenuto dalla Campagna di Obiezione alla Guerra, promosso dal Movimento Nonviolento con le associazioni israelo-palestinesi Mesarvot e Cpt ha generato laDichiarazione congiunta per un comune lavoro di pace a partire dall’obiezione alla guerra.

La violenza genera violenza, il sangue chiama altro sangue, e noi siamo determinati a spezzare questo ciclo che altrimenti conduce alla morte e alla distruzione reciproca di tutti. Siamo obiettori di coscienza e resistenti nonviolenti che hanno scelto la nonviolenza, convinti che sia per noi la forma migliore di resistenza al male, a difesa della vita, della giustizia e dei diritti di tutti.

Attraverso l’obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta, lavoriamo per ripristinare la giustizia per tutti, dalla quale può sorgere la pace. E la pace, a sua volta, promuoverà la giustizia e il rispetto del diritto. “Giustizia e pace si baceranno,” è scritto nei testi sacri per ebrei, cristiani e musulmani.

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Già lavoriamo insieme – israeliani, palestinesi, italiani – per difendere il diritto umano fondamentale all’obiezione di coscienza e il diritto di tutti a vivere in pace e libertà. Le armi e le voci dell’odio devono tacere per lasciare spazio alla verità e alla riconciliazione. Chiediamo un immediato cessate il fuoco, che noi stessi abbiamo già attuato, lavorando insieme come gruppi misti per dimostrare che la collaborazione, anche in mezzo a una radicata oppressione, può piantare i semi di un futuro più giusto e pacifico.

Conosciamo la forza della nonviolenza come stile di vita e come potenza capace di contrastare l’ingiustizia, la violenza e la guerra. Lavoriamo sia per resistere nonviolentemente alla guerra sia per favorire trasformazioni sociali, promuovendo una cultura di pace. Crediamo nella libertà, nella democrazia e nei diritti umani, e ci impegniamo per un rispetto reciproco tra i nostri popoli. La coscienza individuale è una difesa contro la propaganda di guerra e può proteggere i civili dal coinvolgimento in guerre di conquista e oppressione. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per proteggere il diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare nelle nostre comunità.

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L’occupazione militare israeliana della terra destinata al popolo palestinese è da lungo tempo fonte di oppressione, una violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dei palestinesi: il diritto di esistere come persone libere e sovrane. Questa occupazione, che ha causato profonde ingiustizie e sofferenze insostenibili, è aggravata da altre forme di violenza contro civili inermi, a cui si risponde con la brutalità delle stragi di civili innocenti a Gaza, alimentando la spirale di odio e vendetta: finché esiste l’oppressione, la resistenza persisterà.

Per interrompere questo ciclo vizioso, è necessario abolire il sistema di occupazione e apartheid che lo genera.

Ci sentiamo uniti e siamo solidali con chi soffre per qualsiasi guerra nel mondo oggi.

Community Peacemaker Teams – Palestine

Mesarvot – Israel

Movimento Nonviolento – Italia

Se la pace, nostra chiosa finale, un giorno s’insedierà in Terrasanta, sarà grazie a questo dialogo dal basso, alla scelta di questi eroi disarmati. 

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