Israele ha ordinato la chiusura della propria ambasciata a Dublino domenica, in risposta alla decisione dell’Irlanda della scorsa settimana di sostenere una petizione alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) che accusa Israele di genocidio. Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha motivato la decisione accusando il governo irlandese di portare avanti politiche “estremamente anti-israeliane”.
Parlando ai giornalisti a Bruxelles, Micheál Martin, ministro degli Esteri irlandese, ha rinnovato le critiche dell’Irlanda alla portata della risposta israeliana agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, difendendo la scelta di sostenere la petizione presso l’ICJ.
“Qualsiasi azione intrapresa dal governo irlandese non è stata motivata da altro che dal rispetto per il diritto umanitario internazionale,” ha dichiarato Martin, aggiungendo che “l’utilizzo delle corti internazionali da parte dell’Irlanda per garantire responsabilità internazionale per crimini di guerra in qualsiasi parte del mondo, compresa Gaza, non dovrebbe essere visto come un atto ostile.”
Martin, che dovrebbe diventare primo ministro a gennaio, ha anche sottolineato l’“enorme rabbia” per il “livello di uccisioni di uomini, donne e bambini innocenti a Gaza” e ha descritto ciò che sta accadendo nel nord del territorio palestinese come qualcosa che “sfida ogni spiegazione”.
In risposta, domenica, Sa’ar ha dichiarato: “Le azioni e la retorica antisemite dell’Irlanda contro Israele si basano sulla delegittimazione e la demonizzazione dello Stato ebraico e sull’adozione di doppi standard,” aggiungendo che “l’Irlanda ha superato tutte le linee rosse nelle sue relazioni con Israele.”
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