La Germania ha messo in guardia la Turchia contro un’escalation delle azioni militari contro i gruppi armati curdi nel nord della Siria, due settimane dopo che ribelli guidati da islamisti hanno rovesciato il lungo regime di Bashar al-Assad.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato venerdì che è arrivato il momento di distruggere i gruppi “terroristici” che rappresentano una minaccia per la sopravvivenza della Siria, citando in particolare i jihadisti dello Stato Islamico (IS) e i combattenti curdi.
La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha avvertito lunedì che una guerra della Turchia contro i gruppi curdi “non deve accadere”, sottolineando che ciò potrebbe, alla fine, rafforzare “i terroristi dell’IS”.
“Questo rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza per la Siria, ma anche per la Turchia e per noi in Europa,” ha detto Baerbock all’emittente pubblica Deutschlandfunk.
La Turchia ha mantenuto forti legami con i nuovi leader della Siria e ha continuato le operazioni militari contro le aree controllate dai curdi nel nord-est del paese.
La Turchia considera le Forze Democratiche Siriane (SDF) un gruppo terroristico poiché dominate dalle YPG, un gruppo curdo che Ankara ritiene collegato ai militanti del PKK, i quali conducono un’insurrezione decennale sul suolo turco.
Tuttavia, la forza sostenuta dagli Stati Uniti ha guidato la lotta contro l’IS in Siria nel 2019, con le SDF considerate dagli Stati Uniti “cruciali” per prevenire una rinascita jihadista nella regione.
Baerbock ha anche ricordato che “sono stati in particolare i curdi a respingere l’IS”, sottolineando i “terribili massacri commessi dai terroristi dell’IS”.
La città siriana di Kobane è diventata “un simbolo della coraggiosa lotta dei curdi contro l’IS,” ha aggiunto Baerbock.
La ministra ha avvertito l’alleata Nato Turchia che l’attuale situazione in Siria non dovrebbe “essere sfruttata per scacciare di nuovo i curdi, causando una rinnovata violenza”.
“Tutti noi abbiamo la responsabilità di garantire che non ci siano nuove violenze, nuove forze radicali, ma che le persone possano finalmente vivere in sicurezza dopo anni di questo terrore,” ha concluso, aggiungendo che “l’unità della Siria deve essere preservata”.