Raccontaci la tua guerra. “Meduza”, il giornale on line indipendente russo costretto a scrivere dall’estero, raccoglie racconti su come, in Russia e in Ucraina, si sta vivendo la guerra. Chi vuole, può scrivere il proprio vissuto, i propri sentimenti, angosce e speranze. Questa è una delle tante lettere, drammatica:
Sento un’impotenza insormontabile. Lavoro come insegnante e, a scuola, non si fa altro che propagandare la guerra. La suoneria dei telefoni dei miei colleghi è la canzone “Io sono russo”. Tutto attorno vedo i simboli della guerra, la Z e la V.
I bambini raccontano che i loro padri e i loro fratelli sono al fronte. Non posso aiutare i miei media preferiti perché considerati “agenti stranieri”. Aiutandoli, rischierei di ottenere anch’io lo status di “agente straniero”. E gli “agenti stranieri” non possono insegnare. Perderei il lavoro, e non saprei quale altro lavoro fare.
Mi è stata diagnosticata una forte depressione. Le notizie di ogni giorno mi spingono a pianificare il suicidio. Questa guerra insensata mi sta uccidendo, come mi uccide la vile e brutta propaganda sulle donne che devono compensare le perdite demografiche.
Nella lettera che lascerò, incolperò del mio suicidio Putin e i suoi scagnozzi.