Negli ultimi tempi sono moltiplicare le provocazioni dell’estrema destra religiosa israeliana, a cominciare dal turpe Ben-Gvir, il razzista che vuole negare i diritti dei palestinesi e dei musulmani. Ma come stanno le cose per la questione dei luoghi santi a Gerusalemme?
La questione dei luoghi santi a Gerusalemme è da decenni al centro delle tensioni politiche e religiose tra israeliani e palestinesi. Uno degli aspetti più delicati riguarda la Spianata delle Moschee (Haram al-Sharif per i musulmani), che ospita la Cupola della Roccia e la moschea di Al-Aqsa, e il suo status regolato da un accordo informale noto come “status quo”. Questo sistema è stato concepito per garantire il rispetto delle tradizioni religiose e l’equilibrio tra le diverse comunità religiose che venerano questo sito sacro.
Origini dello Status Quo
Lo status quo risale al periodo ottomano, quando le autorità turche istituirono un sistema per regolare l’accesso e la gestione dei luoghi santi, assicurando che nessuna comunità potesse alterare unilateralmente le pratiche religiose in vigore. Questo principio è stato successivamente mantenuto sotto il mandato britannico, poi dal Regno di Giordania e infine, dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, dallo Stato di Israele.
Il Ruolo della Giordania
La Giordania riveste un ruolo fondamentale nella custodia della Spianata delle Moschee attraverso il Waqf islamico, un organismo religioso che amministra il sito. Questo mandato è stato formalizzato nel trattato di pace tra Israele e Giordania del 1994, che riconosce al regno hashemita un ruolo speciale nella protezione dei luoghi santi islamici a Gerusalemme.
Attraverso il Waqf, la Giordania si occupa della manutenzione, della gestione e della supervisione delle attività religiose sulla Spianata, compresi i lavori di restauro e la conservazione dei monumenti. Inoltre, ha la responsabilità di garantire il diritto esclusivo di culto ai musulmani all’interno del complesso.
Diritti e Doveri sulla Spianata delle Moschee:
La Spianata delle Moschee, uno dei luoghi più sacri e contesi al mondo, è al centro di un equilibrio delicato regolato dal principio dello status quo. Questo principio stabilisce i diritti e i doveri delle diverse comunità religiose e delle autorità che gestiscono il sito, cercando di garantire la convivenza pacifica in un contesto di forte sensibilità religiosa.
Secondo lo status quo, i musulmani godono del diritto esclusivo di culto all’interno della Spianata. Le preghiere islamiche sono organizzate e supervisionate dal Waqf, l’ente religioso islamico controllato dalla Giordania, che si occupa anche della gestione dell’accesso per i fedeli musulmani. Questo diritto esclusivo riflette il significato religioso profondo del luogo per l’Islam, che lo considera il terzo sito più sacro dopo Mecca e Medina.
D’altro canto, gli ebrei possono visitare la Spianata esclusivamente in qualità di turisti. Non è loro consentito pregare sul sito, una restrizione volta a evitare tensioni e a rispettare le sensibilità religiose. Per il giudaismo, il luogo corrisponde al Monte del Tempio, considerato il sito dei due antichi Templi distrutti e, quindi, di grande importanza spirituale. Tuttavia, qualsiasi manifestazione religiosa ebraica o di altre comunità è limitata per preservare l’equilibrio e prevenire conflitti.
Israele, che esercita il controllo generale su Gerusalemme Est, inclusi gli accessi alla Spianata delle Moschee, è responsabile della sicurezza del complesso. Tuttavia, il controllo religioso e la gestione quotidiana rimangono sotto l’autorità del Waqf giordano, in base a un accordo storico che riafferma il ruolo centrale della Giordania nella tutela del sito. Questo assetto giuridico e amministrativo è riconosciuto dalla comunità internazionale.
La tutela dello status quo è un punto cruciale per il mantenimento della stabilità nell’area. La comunità internazionale sottolinea l’importanza di preservare questo equilibrio, riconoscendo le prerogative della Giordania e ribadendo la necessità di evitare cambiamenti unilaterali che potrebbero compromettere la pace. L’attenzione costante e la mediazione internazionale sono essenziali per garantire che il sito rimanga accessibile e rispettato, in linea con la sua rilevanza spirituale e culturale per milioni di persone in tutto il mondo.
Sfide allo Status Quo
Nonostante il sistema stabilito, lo status quo è spesso messo alla prova. Le tensioni emergono regolarmente quando gruppi di coloni israeliani o esponenti politici visitano la Spianata delle Moschee, talvolta cercando di effettuare preghiere, un’azione considerata una violazione delle regole vigenti. Questi episodi suscitano proteste da parte dei palestinesi e condanne internazionali, poiché vengono percepiti come tentativi di alterare l’equilibrio religioso.
Recentemente, il Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha compiuto visite al sito, provocando forti reazioni da parte della Giordania e della comunità musulmana, che temono un progressivo indebolimento del ruolo del Waqf e una modifica de facto dello status quo.
Equilibrio fragile
Lo status quo è considerato uno dei pochi meccanismi in grado di prevenire un’escalation delle tensioni religiose a Gerusalemme. Tuttavia, il suo mantenimento richiede il rispetto delle regole da parte di tutte le parti coinvolte, inclusi Israele, il Waqf giordano e le comunità religiose.
Il ruolo della Giordania come custode della Spianata delle Moschee rimane cruciale non solo per la tutela dei diritti dei musulmani, ma anche per la stabilità dell’intera regione. Ogni tentativo di alterare questo equilibrio rischia di innescare conseguenze imprevedibili, rendendo necessario un continuo impegno diplomatico per garantire che Gerusalemme rimanga un luogo di coesistenza religiosa e rispetto reciproco.