L'Onu accusa Israele di atti genocidiari e violenze sessuali a Gaza
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L'Onu accusa Israele di atti genocidiari e violenze sessuali a Gaza

Un'indagine condotta dalle Nazioni Unite ha rilevato che, a Gaza, Israele avrebbe compiuto atti che configurerebbero il genocidio, distruggendo la principale clinica per la fecondazione in vitro e altre strutture sanitarie riproduttive.

L'Onu accusa Israele di atti genocidiari e violenze sessuali a Gaza
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14 Marzo 2025 - 18.21


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Un’indagine condotta dalle Nazioni Unite ha rilevato che, a Gaza, Israele avrebbe compiuto atti che configurerebbero il genocidio, distruggendo la principale clinica per la fecondazione in vitro e altre strutture sanitarie riproduttive. La Commissione d’inchiesta ha evidenziato come Tel Aviv abbia “intenzionalmente attaccato e distrutto” il principale centro di fertilità del territorio palestinese, imponendo contestualmente un assedio che ha bloccato l’accesso ad aiuti essenziali, inclusi farmaci fondamentali per garantire gravidanze, parti sicuri e cure neonatali.

Secondo la dichiarazione, la distruzione sistematica dell’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva ha compromesso, in parte, la capacità dei palestinesi di Gaza di riprodursi. La Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio definisce tale crimine come l’insieme di atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. L’inchiesta ha sottolineato come Israele abbia “deliberatamente inflitto al gruppo condizioni di vita studiate per provocarne la distruzione fisica” e abbia adottato misure mirate a impedire le nascite.

Commissione Internazionale d’Inchiesta

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Istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel maggio 2021, la Commissione internazionale d’inchiesta, composta da tre membri, è incaricata di indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale in Israele e nei territori palestinesi. Il membro Chris Sidoti ha spiegato che il crimine di genocidio è valutato in base all’azione e all’intento, precisando che finora il rapporto aveva analizzato solo l’azione. “Non abbiamo ancora affrontato in maniera esaustiva la questione degli scopi genocidi”, ha dichiarato, aggiungendo che a breve la commissione fornirà un quadro completo.

Reazioni e Risposte

Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha commentato il rapporto affermando che esso “conferma quanto accaduto sul campo: genocidio e violazioni di tutti gli standard umanitari e legali”. Qassem ha inoltre sottolineato l’urgenza di perseguire i leader israeliani per questi crimini e di garantirne un rapido processo presso la Corte penale internazionale.

Da Tel Aviv, la risposta non si è fatta attendere: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito il rapporto un “circo anti-israeliano”, accusando l’ONU di attaccare lo Stato con “false accuse” e “bugie croniche”. La delegazione israeliana a Ginevra ha ulteriormente contestato il documento, accusando la commissione di perseguire un “programma politico predeterminato” e di incolpare ingiustamente le Forze di difesa israeliane. In risposta a tali critiche, Sidoti ha evidenziato come Israele continui a ostacolare le indagini, impedendo l’accesso al territorio e ai territori palestinesi.

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Distruzione del Centro di Fertilità di Al-Basma

Il rapporto descrive in particolare l’attacco al Centro per la fecondazione in vitro di Al-Basma, principale clinica del territorio, in cui sono stati distrutti circa 4.000 embrioni. La clinica, che prestava assistenza a tra 2.000 e 3.000 pazienti al mese, è stata presa di mira dalle forze di sicurezza israeliane, che hanno distrutto l’intera infrastruttura e il materiale riproduttivo conservato per il futuro concepimento dei palestinesi. Secondo la commissione, tali atti sono stati compiuti con l’obiettivo di impedire le nascite tra i palestinesi di Gaza, configurandosi così come un atto genocida. La relazione conclude che l’azione ha preso di mira direttamente donne e ragazze, molte delle quali hanno perso la vita a causa di complicazioni legate a gravidanze e parti, conseguenti alle condizioni imposte dalle autorità israeliane.


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