Israele: appello alla Corte Suprema contro il licenziamento del capo dell’intelligence israeliana
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Israele: appello alla Corte Suprema contro il licenziamento del capo dell’intelligence israeliana

l Movimento per la Qualità del Governo in Israele, un gruppo di pressione pro-democrazia, ha denunciato in un comunicato quella che definisce “una decisione illegale

Israele: appello alla Corte Suprema contro il licenziamento del capo dell’intelligence israeliana
Priteste contro Netanyahu
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21 Marzo 2025 - 10.48


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L’opposizione israeliana e un’organizzazione non governativa hanno annunciato venerdì di aver presentato un ricorso contro la decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu di destituire Ronen Bar, capo dell’agenzia di sicurezza interna Shin Bet.

Il Movimento per la Qualità del Governo in Israele, un gruppo di pressione pro-democrazia, ha denunciato in un comunicato quella che definisce “una decisione illegale… che rappresenta un reale pericolo per la sicurezza nazionale dello Stato di Israele”. Anche il partito di centrodestra del leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha presentato un appello alla Corte Suprema, condannando quella che ha definito “una decisione in palese conflitto di interessi”.

Secondo i media, il governo di Netanyahu ha votato all’unanimità nella mattina di venerdì per il licenziamento di Bar. Si tratta della prima volta nella storia di Israele che il capo dell’agenzia di sicurezza interna viene rimosso dal suo incarico. Bar rimarrà in carica fino al 10 aprile.

Negli ultimi giorni, decine di migliaia di israeliani sono scesi in piazza per chiedere un nuovo cessate il fuoco a Gaza e per protestare contro quella che definiscono un’aggressione alla democrazia da parte della coalizione di governo di destra guidata da Netanyahu.

L’immediato motivo della protesta è stata la decisione di Netanyahu di licenziare Bar, ma la rabbia è stata alimentata anche dalla scelta del premier di rompere una tregua durata due mesi con una serie di attacchi aerei mortali su Gaza.

Le principali autostrade del Paese sono state bloccate e la polizia ha effettuato almeno 12 arresti tra momenti di forte tensione a Gerusalemme e Tel Aviv. Secondo gli organizzatori, le proteste continueranno nei prossimi giorni e il movimento sta “guadagnando slancio ed energia”.

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